Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“The Woman in the Yard” (2025) racconta la storia di Ramona (Danielle Deadwyler), che, dopo la morte del marito in un incidente d’auto, è costretta a prendersi cura da sola dei suoi due figli. La loro vita viene sconvolta dall’apparizione nel cortile di una donna misteriosa
Dalla regia di Jaume Collet-Serra l’inquietante Mental Horror dalle grosse tinte oscure. Arriva, finalmente, in BluRay e DVD uno dei titoli più attesi : The Woman in The Yard. Letteralmente “La Donna Nel Giardino“. Un titolo che, non solo racchiude l’intera trama, ma che accavalla le gambe, come posa d’attesa, verso un pubblico famelico di novità e brividi di fine estate. La tempistica è stata ampiamente ripagata attraverso un Horror intelligente e gestito da spazi narrativi tanto importanti (a livello tematico) quanto utili ad infondere una vera identità al prodotto finale. Il regista Spagnolo decide di optare verso qualcosa che, a tratti, potrebbe ricondurre ad una sorta di Babadook 2.0 (con grandissime e dovute proporzioni) , aggiungendo, man mano, dettagli e indizi capaci di far muovere quel meccanismo mentale adatto a captare quanta drammaticità si possa nascondere dietro gli eventi che si susseguono. The Woman In The Yard è l’esempio di come fare cinema con tematiche sociali (anche di un certo spessore) offrendo, però, la perfetta dose di adrenalina là dove necessario. Manovre, senza dubbio, intelligenti con quello spirito intenzionale di focalizzazione, sia sulla trama che su ogni frammento di un puzzle in perenne costruzione. Seguito da piani sequenza e inquadrature mai banali, il film muove le pedine nel cercare di capire (o deviare) quella che potrebbe essere il soggetto; appunto, la protagonista che da il titolo al Prodotto, sterzando, invece sull’efficacia “nel” dare corpo all’anima della storia. La presenza della “figura” non rappresenta solo un modo educato di regalare una etichetta vera e propria, ma accompagna il pubblico verso uno stato d’animo di sofferenza dalla quale difficilmente si può fuggire. La complessità delle azioni sono tutte pressate su pochissimi ambienti : Casa e Giardino. Fine. Queste location mettono lo spettatore nella comoda condizione mentale di capire che, come un vampiro, “fino a quando il male rimane fuori dalla porta, tutto va bene”. Jaume Collet-Serra ,però, ragiona come un esteta e mette il male dentro la psiche dei protagonisti e, forse, la figura esterna risulterà essere tra le cose meno preoccupanti della vicenda. La famiglia è il faro che illumina ogni frame, generando un sistema dove si tende a pensare, in modo quasi eroistico, quanto l’unione possa fare la forza. Non in questa occasione. Lo sconforto, la preoccupazione nell’affrontare, giorno dopo giorno, traumi mai debellati e, anzi, rafforzati da un pensiero continuo di inadeguatezza, danno, al racconto, quella marcia necessaria alla costanza di pura tensione. L’andamento, come detto poc’anzi, rimane stabilizzato verso un qualcosa di asfissiante, perennemente attento ai movimenti e dove, la musica stessa, gioca un fattore da non tralasciare : i continui silenzi assordanti sono intervallati da suoni bianchi e circostanziali, utili a far immergere il pensiero dentro un micro ambiente estraniante, quasi etereo e dove, i protagonisti, giocano ad una sorta di guerra empatica con ottima realizzazione e prestanza attoriale. Quando ogni frammento viene posizionato al proprio riquadro, il film decolla in modo vertiginoso, non frenando più davanti a nulla e anzi, più si capisce la vera essenza del film, più il film guadagna peso e interesse. The Woman In The Yard parla di vita, di morte e della forza mentale. La volontà di portare avanti il proprio percorso e non abbandonare il prossimo, sono caratteristiche che vengono mascherate da brevi Jumpscare perfettamente posizionati e tecnicamente ben realizzati (si telefonati ma ben realizzati) dando, così, anche un senso alla radice del genere.
Il reparto attoriale, composto da Danielle Deadwyler ,Okwui Okpokwasili , Russell Hornsby ,Peyton Jackson e Estella Kahiha, hanno la grande capacità di sapere dove volgere lo sguardo, attenuando situazioni di routine, sotto una luce tanto macabra, quanto profonda e intima. Non si esagera, sostanzialmente, quasi mai e, anzi; spesso presi per mano proprio dallo stesso regista, la grande capacità nell’ offrire la giusta inquadratura per enfatizzare una determinata azione. Tutte componenti che sommate tra loro non fan altro che amplificare quel rumore di “grandezza” sopra un prodotto che, alla base, aveva una certa dose di curiostà. Le aspettative sono state ampiamente rimbalzate verso un qualcosa che, per fortuna, non si vede tutti i giorni e che posiziona questo The Woman In The Yard come uno dei film più interessanti dell’anno.
Miscelare temi sociali al mondo del cinema Horror non è, ovviamente, una novità; ma, in questa precisa situazione, tutto è raccontato con un senso quasi viscerale che imprigiona la paura dentro un recinto psicologico dove la parola “fuga” non avrà tanta voce in capitolo.
Non sempre la luce del giorno è simbolo di sicurezza.
Jaume Collet-Serra regala la dimostrazione di questa definizione.
stab horror italy

-OTTIMO- Secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-