LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

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Wolf Hunter : Quando Le Zanne del Lupo Sono la Minaccia Minore [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“Una famiglia vive in una remota regione selvaggia i cui membri si guadagnano da vivere come cacciatori di pellicce. Joseph Mersault, sua moglie Anne e la loro figlia Renée lottano per sbarcare il lunario e pensano che le loro trappole vengano compromesse dal ritorno di un lupo solitario. Determinato a catturare il predatore sul fatto, Joseph lascia quindi la sua famiglia per rintracciare l’animale. Anne e Renée diventano sempre più ansiose durante la prolungata assenza di Joseph e lottano per sopravvivere senza di lui. Quando sentono uno strano rumore fuori dalla loro baita, Anne spera che sia Joseph ma invece trova un uomo di nome Lou, che è stato gravemente ferito e dato per morto. Più a lungo Lou rimane e Joseph è via, più Anne diventa paranoica e l’idea di un misterioso predatore nei boschi diventa lentamente una minaccia molto più vicina a casa.”

Dalla regia di Shawn Linden, arriva da Midnight Factory il Survivor Horror che, nonostante un ritmo pacato ed elegante, riesce ad infondere una carica adrenalinica fredda e spietata. Le temperature interne all’opera riescono ad emergere con enorme grinta, attraverso un preciso schema dettato da una mentalità simile a quella animale. Wolf Hunter gira su se stesso ingannando la mente dello spettatore, con una sinuosità sinistra e che aspetta il momento adatto per balzare con grande ferocia dietro la schiena della preda, senza far rumore e, cosa ancor più importante, riuscendo a stupire in maniera netta e precisa. La narrazione di questo racconto è affidata a pochi personaggi, capaci di tenere tutte le tempistiche di girato con grande senso della posizione e dando un senso ad ogni secondo che passa davanti allo schermo: Devon Sawa, Camille Sullivan, Summer Howell e Nick Sthal si alternano in continuazione dentro un calcolato poema di ricerca; di se stessi e di sopravvivenza; dando corpo ad un sentiero sporco di fango e pericolo. Tutta la drammaticità di un certo tipo di vita viene portata sotto un’ ottica uniforme alle ambientazioni, offrendo un forte segno di credibilità dentro un immaginario plausibile, fatto di difficoltà economiche, gestione genitoriale e di un adolescenza plasmata su etiche discutibili. L’Opera potrebbe sembrare un classico giro di Valzer de “L’uomo contro la Bestia” (e in un qualche modo lo è pure) riuscendo però a catalizzare i diversi aspetti di tale definizione, riflettendo sul dominio territoriale e chiedendosi proprio dove finisce l’uomo e inizia la bestia. Tale comportamento viene esaltato da una regia capace di collocare e disfare tutti questi aspetti e spargendoli in modo grossolano in più punti, dando maggior senso a quella continua sensazione di incompleto che potrà essere chiara solo a fatti conclusi. Un gioco mentale (sicuramente) ma astuto e bizzarro che introduce il pericolo come motivo di crescita e di possessione verso ciò che più si ama, creando mostri dentro corpi innocenti. L’aspetto Survivor è compatto e non fa altro che deviare l’aspettativa iniziale : tutto risulta l’esatto opposto di quel che poteva sembrare, sterzando addirittura su componenti splatter gestite in modo pressochè perfetto. Il ruolo affidato a Nick Stahl risulterà il motore di tutti gli avvenimenti e, proprio grazie ad una fisionomia tutt’altro che rassicurante, porterà una fortissima carica di energia negativa, sia al racconto, sia allo spettatore stesso e non ci metterà grande minutaggio per essere letteralmente odiato. La propria interpretazione porterà uno squilibrio alla stabilità mentale delle donne rimaste sole nella propria abitazione, resuscitando azioni assolutamente inaspettate che creeranno attimi di pura adrenalina. Shawn Lindel ha la grande capacità di gestire per il meglio tutto il tempo necessario alla causa, esplodendo con un finale assolutamente paralizzante. La drammaticità degli eventi è ingigantita da una vegetazione sempre pericolosa e non sarà semplice riuscire a comunicare con la parte “civilizzata” del paese; ciò rende ancora più inquietante ogni fase del racconto : l’abbandono totale della realtà, per pura necessità, è un altro tema molto importante e viene anch’esso esposto con fare molto delicato ma assolutamente crudo, fin troppo vicino ad una società colpevole dei favoritismi tecnologici o di comodo accesso. Wolf Hunter è un concentrato di pensieri unificati a più strati, dove le colpe vengono pagate a caro prezzo e dove la follia diventerà l’unica arma da utilizzare contro il cammino dell’uomo mascherato da lupo.

Un Film assolutamente sorprendente che si differenzia dalla massa anche per la propria messa in scena e ribaltamenti di pura violenza. Una pellicola audace, non estrema nella sua visione, ma capace di colpire duramente tutto il proprio aspetto emotivo.

Disponibile grazie a Midnight Factory e acquistabile anche sul sito Fan Factory, il prodotto si presenta nella sua classica posa cartonata in edizione limitata.

-BUONO- Secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-
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