LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

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Orphan – First Kill : Il Volto del Male dentro una Sorprendente Seconda Faccia [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“Dopo aver orchestrato una brillante fuga da una struttura psichiatrica estone, Esther si reca in America impersonando la figlia scomparsa di una famiglia benestante. Tuttavia, si verifica una svolta inaspettata che la contrappone a una madre che proteggerà la sua famiglia dalla “bambina” omicida ad ogni costo.”

Dopo una lunghissima attesa, arriva il Prequel del film del 2009 (diretto da
Jaume Collet-Serra
) Orphan : First Kill. Le radici del Male trovano una collocazione nel vaso distribuito da Midnight Factory, in un progetto che, senza ombra di dubbio, crea una sorta di curiosità anche solo per l’andatura di trama e di come la storia possa proseguire (o anticipare in questo caso) le vicende ormai chiuse tredici anni fa. Il ruolo direttivo di questo “Atto 0” è affidato a William Brent Bell (Stay Alive, L’altra Faccia del Diavolo, The Boy 1 & 2, La Metamorfosi del Male); un compito sicuramente non semplice in prima battuta, ma assolutamente sorprendente in fase di giudizio finale. Ma Andiamo per gradi: Il Regista Statunitense (classe 1970) riesce a mettere in scena una pellicola che oscilla tra il Thriller all’Horror più crudo, attraverso sequenze capaci di spazzare per aria il tempo e correre ad un ritmo frenetico fin dai primissimi minuti di girato. Ovviamente la protagonista è l’ormai iconica Isabelle Fuhrman nel ruolo della “Psycho Killer” Eshter che, anche in questa occasione, non cesserà di creare scompiglio (e con un’ inedita brutalità soft splatter) all’interno delle mura della “nuova” casa; dando il via ad una serie di violenze al limite del sadismo più spietato; trovandosi però costretta a fronteggiare una difesa del territorio familiare tutt’altro che arrendevole. Il Cast , composto da Matthew Finlan, Rossif Sutherland e specialmente Julia Stiles, offre al pubblico uno spunto interessante di narrazione, associato ad un interpretazione (in particolar modo quest’ultima) davvero notevole, creando attimi di tensione che, in corso d’opera, si vengono a creare. Ogni Clichè del Genere viene, per certi versi, preso in giro con continue sequenze “abusate”, spezzandole con prevedibili dinamiche musicali, creando un gioco mentale con lo spettatore ed intervenendo a gamba tesa su Jump Scare mai invasivi e che fan strappare qualche accenno di sorriso ai più navigati del “settore”, dando così una profondità grammaticale all’intera struttura del racconto. Orphan First Kill racconta una parte delle origini della “leggenda” all’interno di un racconto capace di mutare forma in modo completamente inaspettato, sterzando improvvisamente dentro sentieri curiosi posti sulla fase registica : Se il primo capitolo catalizza il colpo di scena (rivelazione della malattia della piccola Eshter) nei minuti finali del racconto; Orphan F.K. frena in modo energico a metà operato, creando un intrigo narrativo capace di paralizzare ogni pensiero logico e lineare creato fino a quell’istante. Questa ruota con andatura inversa sarà l’arma che definirà la bellezza di questo elettrizzante capitolo, sviscerando aspetti umani non del tutto approfonditi: Se le sequenze d’azione svolgono una forte andatura costante, l’analisi psicologica dei personaggi emerge con fare altalenante tra il lento e l’enigmatico, non offrendo grossi spunti di sbocco e dove la prevedibilità (ormai svelata nel precedente capitolo) gioca a mutare sostanza e protagonisti programmati in un turbine di colpi di scena. Le musiche del bravissimo Brett Detar (ormai fedele spalla del regista) lasciano un intenso senso di angoscia, adagiato su precise battute di sequenza, arricchendo di atmosfera la paradisiaca location di girato e dando ancor più corposità alla doppia trama che corre lungo lo schermo, ramificando di gotico un qualcosa che di gotico non ha neanche una virgola d’ombra. Tutte queste combinazioni di gestione fan di Orphan First Kill un qualcosa di non del tutto inedito ma sicuramente capace di intrattenere lo sguardo fisso sullo schermo, abile nel giocare benissimo le proprie carte dentro una consapevolezza che non chiede troppo in cambio.


-BUONO- Secondo Il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-

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