LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

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Inexorable : L’Arte Visiva della Fredda Vendetta [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“Marcel Bellmer è uno scrittore che, dopo il successo del suo romanzo Inexorable, sta cercando la giusta ispirazione per partorire una nuova opera. L’occasione perfetta sembra essere il trasferimento nell’immensa villa di proprietà della moglie Jeanne. La quiete del posto, circondato da un immenso parco, sembrerebbe fornire all’uomo le condizioni ideali per tornare a scrivere, ma nella loro vita fa irruzione una ragazza misteriosa, Gloria: dopo averla conosciuta in modo apparentemente casuale, i coniugi Bellmer stringono sempre più amicizia con la giovane, che conquista anche la fiducia della bambina. Da parte sua, Gloria adotta una serie di stratagemmi per farsi assumere in qualità di domestica nella villa, come se avesse un piano: la ragazza è infatti legata in modo misterioso al passato di Marcel, e la sua presenza si fa sempre più morbosa e invasiva, fino a disvelare una verità inaspettata.”

Il visionario Fabrice Du Welz torna in cabina di regia con la classica (e lenta) carica di Drammi Psicologici, fondendo la natura del vero Orrore come motore di ricerca verso un qualcosa di non troppo definibile. Inexorable, ora arrivato in Italia grazie a Midnight Factory, esplora quel rancido sentimentalismo gettato nella fossa della malinconia che, a sua volta, guarda con malignità il piatto della vendetta per reclamarne la maternità dovuta. Il lungo percorso del racconto è una chiusura totale della propria trilogia ardennese, iniziata con Calvaire (2004) seguita da Alleluia (2014) e terminata con Adorazione (2019), lasciando spazio ad un ultima folle corsa verso la psicosi più pungente. Inexorable riprende le diverse forme di follia conosciute nei suoi lavori e le analizza secondo determinati criteri; talvolta troppo snervanti per la normale pazienza di un bacino d’utenza standardizzato alla normale (e distaccata) visione; separando le maglie della narrazione dal fascino percettivo registico. Questo lavoro non è da meno, anzi, accentua al massimo questo strumento e lo porta dentro una terra di confine dove l’incanto riesce a sovrastare il dramma stesso che si consuma a schermo. Questa sorta di autocelebrazione dei propri mezzi fa, di questo regista, una sottospecie di inquadratura anagrafica cara al nostrano Moretti, mescolando visioni Lynchiane a parallelismi di colore capaci di portare la memoria dentro l’abisso Argentiano (in particolar modo sui canali del capolavoro Suspiria), empatizzando con il “fastidio” dello spettatore e mettendolo in una condizione di paralisi emotiva alquanto disturbante e perversa. La natura e lo spirito Belga dell’opera è identificabile fin dalle primissime battute: schematizzate in un qualsiasi tipo di contesto, che sia Horror, Drammatico o Commedia; tutti sembrano recitare nello stesso identico modo, portando una territorialità ovviamente fedele ma, probabilmente, troppo ripetitiva e poco incisiva. Questa forma scelta è sintomo di un voluto distacco dal (e al) mainstream fin troppo etichettato e formalizzato ai movimenti di macchina di uso comune; Qui invece portati all’esasperante pacatezza che fungono da collante alle formule narrative. I dialoghi, così come i movimenti (anche involontari) attoriali mettono, infatti, subito le cose in chiaro e scrivono il punto esclamativo sulla propria appartenenza geografica. L’horror viene mascherato in modo sapiente, lasciando lunghissimo spazio alla didascalica separazione tra i generi, ampliando l’arte del Cinema contemporaneo e affondando le mani su un’autorialità esaustiva e che conosce già il punto di arrivo. La mente del pubblico però non è preparata al declino verso l’abisso e man mano che il proseguo del racconto inizia a tessere la propria tela, ogni situazione si macchia di peccati mai rivelati e un passato che sembra tormentare ogni singolo individuo. Gloria (interpetata da Alba Gaïa Bellugi) assume il ruolo “del” peccato vivente, girando sullo schermo con una sensualità conscia dei propri naturali doni, attraverso subdoli intrighi mentali perfettamente giustificati dall’occhio esterno. Il suo modo di insinuarsi all’interno della famiglia ricorda (con le dovute proporzioni) l’opera del 2019 di Bong Joon-ho (Parasite) : lo stile e le manipolazioni mentali adottate faran in modo di essere accettata e quasi protetta dal “nuovo scudo domestico“, entrando sempre di più nella mente dei protagonisti e portando il virus all’interno del sistema nervoso della corazzata (all’apparenza) situazione familiare in cerca di riscoperta e rinascita. La grandissima gestione fotografica fa, di Inexorable, un pilastro rappresentativo dell’arte cinematografica; Arricchendo lo sguardo di veri e propri dipinti in movimento: l’utilizzo dei già citati colori sono l’emblema di una cura maniacale nel voler ricreare diverse emotività, catalizzando l’attenzione dello spettatore dentro quel preciso sentimento in corso d’opera . Sul finale (che non riveleremo) troviamo una doppia facciata dove il bravissimo Benoît Poelvoorde (nel ruolo di Marcel) è circondato, da una parte, da un brillate azzurro (il freddo corporeo di una scoperta alla quale difficilmente riuscirà portare buon esito) e, dall’altra, da un acceso rosso (segno di una rivelazione estrema che INESORABILMNETE è costretto subire senza poter tornare più indietro) ; Tutti fattori psicologici all’interno di quello che il corpo umano può provare in una situazione di totale disperazione emotiva, raccontando, da sola, la vera natura di un orrore crudo che niente ha a che fare con irreali rappresentazioni sovrannaturali. Inexorable è un Horror capace di travestirsi con abiti sensuali, calzati da un corpo sicuramente poco appariscente ma abile nel giocare con la fantasia del prossimo.

Un Film che probabilmente è più uno strumento piacevole allo sguardo che allo stesso flusso narrativo. Un viaggio dentro la pazzia che sviscera il male dalle profondità dell’anima, furbo e viscido nel catturare il perbenismo con grande e brutale forza senza badare al dolore inflitto.

-BUONO- Secondo le Nostre Particolari Valutazioni in HORROR STAB-


Regia: Fabrice Du Welz
Cast: Benoît Poelvoorde, Mélanie Doutey, Alba Gaïa Bellugi

Contenuti extra: Trailer

SPECIFICHE TECNICHE:
Numero Dischi:
 1
Durata: 99 minuti (Extra esclusi)
Formato Video: 2.35 HD 1080p @24fps
Formato Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Francese 5.1 DTS-HD Master Audio
Lingue: Italiano, Francese
Sottotitoli: Italiano

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