LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

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Nope : L’Occhio del Terrore secondo Jordan Peele [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“Nope racconta la storia di Oj ed Em, due fratelli che vivono in una gola della California, dove gestiscono insieme al padre, Otis Haywood Sr., un ranch di famiglia. Quando il genitore muore, venendo colpito da un nichelino caduto inspiegabilmente dal cielo, OJ ed Em ereditano la proprietà. Mentre il primo cerca di mantenere l’attività paterna per preservare l’eredità del genitore, la seconda spera di trovare fama e celebrità a Hollywood. Ben presto, a causa di una serie di imprevisti, i fratelli Haywood si ritrovano pieni di problemi finanziari e, come se non bastasse, i cavalli sembrano svanire nel nulla, mentre quelli ancora presenti sono nervosi e hanno reazioni violente.”

Dopo Get Out e Us, Jordan Peele ritorna alla regia con, al proprio seguito, una quantità smisurata di aspettative quanto di Mistero. Nope, Opera distribuita da Universal Pictures, arriva finalmente in DVD BluRay dopo una striscia di considerazioni positive da una grandissima fetta di pubblico. Il soggetto scelto è di certa matrice Sci-Fi, portando il tema dell’Ufologia come faro illuminante a dettare il comando di sceneggiatura. Partiam immediatamente dal presupposto che questa analisi sarà totalmente SPOILER, in quanto quasi impossibile confinare il solo aspetto tecnico come giudizio finale : Nope assume una forma interamente propria grazie ad un simbolismo che man mano scopre le proprie carte e dove l’aspetto introspettivo è necessario alla veduta complessiva. Jordan Peele non si focalizza interamente alla pura estetica o ad un racconto articolato da una tessitura organizzata a dovere per arrivare da un punto all’altro, ma analizza virgola per virgola ogni frame con la consapevolezza di dosare le emozioni in maniera tanto graduale quanto intelligente e ordinata. Da una parte troviamo una prima sezione lenta e descrittiva, dall’altra (nella seconda metà) tutta l’esplosione emozionale e adrenalinica. Il film basa le proprie radici come una bomba sulla quale il gioco della parti è fondamentale per la riuscita conclusiva : Fuoco (inizio) Viaggio del Fuoco lungo tutta l’asse della miccia (trama), Attesa (flashback cornice che riveleranno alla fine dei giochi l’essenza del racconto), per chiudere con L’esplosione (finale); attraverso dinamiche concentrate perfettamente, ed in modo educato, allo scopo di manifestare un pensiero sociale estremamente elettrizzante. I Trailer han mostrato la presenza di un oggetto volante minaccioso intento a seguire uno dei protagonisti, ma mai ci sarem aspettati di assistere ad una vera e propria caccia all’uomo. L’oggetto non solo è il protagonista di quest’Opera, ma riesce ad assumere una forma definibile quasi Predatoriale, ingaggiando veri e propri rapimenti famelici di esseri viventi. La forma stessa non è relegata alla standardizzata figura discoidale, ma è capace di mutare dimensione e sostanza a seconda della propria “digestione”, creando addirittura uno squarcio, nel silenzioso cielo, di terrorizzanti grida dei malcapitati addotti. Questi fattori alzano, di non poco, la temperatura corporea dello spettatore, dando al film varie componenti che partono dal Drammatico, continuando con lo Sci-Fi di vecchia scuola e proseguendo con L’Horror di natura Action. Peele è abilissimo a tenere sullo stesso ritmo queste differenti tempistiche e riesce ad incastrarle con una semplicità quasi irreale, offrendo una razionalità plausibile dentro un contesto assolutamente fantasioso e collocando anche un minutaggio imponente alla figura dell’oggetto (cosa non del tutto scontata nelle pellicole dedicate) invertendo paradossalmente quelle che sono le regole di determinati progetti Sci-Fi. La morale ovviamente è un grido sociale verso una natura fin troppo bistrattata da colui che si è autoproclamato superiore, ignorando la presenza di qualcuno o, in questo caso “qualcosa”, di assolutamente maggiore e che, in questo pianeta, ha passato da migliaia di anni più tempo di lui. Un discorso quasi Lovecraftiano fatto di entità intelligenti nascoste nell’universo, pronte a reclamare ciò che è Loro nel momento del proprio bisogno; senza dover chiedere niente a qualcuno : L’uomo deve semplicemente adattarsi ad un qualcosa lasciato in prestito. L’aspetto animalesco viene, infatti, evidenziato tramite i Flashback cornice con protagonista Steven Yeun (nel ruolo di Ricky “Jupe” Park); il ragazzo (ora cresciuto e proprietario di un parco a tema Western) è stato protagonista di un massacro durante le registrazioni di una sit com che lo vedeva figurante : Lo Scimpanzè Gordy (protagonista della serie Gordy’s Home) dopo una scena andata fuori piano impazzisce e uccide tutti i presenti; tutti tranne appunto Ricky che, da quel momento in avanti è convinto di aver capito il meccanismo di Domesticazione della razza animale ( la spiegazione la fornirem sul finale di questo articolo), portando questo stesso operato durante le manifestazioni dei propri spettacoli. L’azione in questione è quella di offrire in dono, all’oggetto volante, una grande quantità di cavalli in corsa, creando così una vera e propria attrazione turistica. Non tutto ciò che è terreno è eterno e infatti il predatore venuto dal cielo non tarderà a reclamare altre sostanze vitali, creando il vero volto del terrore. In questo subentrano i protagonisti cari al regista NewYorkese : Daniel Kaluuya nel ruolo di Otis “OJ” Haywood Jr e Keke Palmer nel ruolo di Emerald “Em” Haywood che, dopo esser stati testimoni di fenomeni del 1° tipo (avvistamento più o meno ravvicinato dell’Oggetto volante) , riescono addirittura a capirne (in modo più o meno fortuito) le intenzioni e i meccanismi per poter sfuggire ai serrati attacchi. Da qui, dopo un altra serie adrenalinica di inseguimenti, l’istinto di sopravvivenza : così come il più spietato dei predatori, la preda non deve entrare in contatto visivo con la bestia. Questo gesto di sfida verso un qualcosa di ignoto (o per natura stessa non vicino alla razza umana) risulterà essere il più brutale degli errori, liberando tutta la natura selvaggia del Mostro Mutaforma. Il controtitolo del film infatti non risulterà essere un semplice caso : “NON GUARDARE IN ALTO” verrà rappresentato come unico modo per non essere inghiottiti nello stomaco della creatura di un’altro pianeta (Not Of Planet Earth infatti può nascondere l’acronimo del titolo del Film). Tutto il reparto tecnico aiuta i protagonisti nel rendere assolutamente avvincente ogni aspetto della pellicola, arricchendo di complessità e mistero le ambientazioni desertiche di movimento e gestendo in maniera assolutamente funzionale i movimenti di macchina. Nope è la prova tangibile che, tramite un soggetto intelligente e una scelta di gestione dei colori, può garantire un qualcosa di assolutamente originale al genere Fantascientifico, condendolo con componenti sociali di una certa rilevanza e mascherando tutto dentro un involucro di Horror di altri tempi. Get Out poteva essere un colpo fortunato per un regista esordiente, US è stata la prova che tale colpo è stato portato a centro grazie ad una certa dose di bravura, NOPE è la conferma che ci troviamo davanti ad un regista estremamente Raro da trovare nel cinema contemporaneo; un autentica macchina emozionale capace di cambiare pelle sotto un anima votata al regalare VERO cinema al servizio DEL cinema.

IL SIGNIFICATO DELLA SCARPA

Come scritto in precedenza, il film racchiude una serie davvero grande di simbolismi e/o scelte registiche utili a racchiudere un messaggio sociale. Su tutti quelle legate alla figura dello Scimpanzè Gordy. Protagonista di queste scene “cornice” troviamo il proprietario del ranch Turistico Jupe Park. Il ragazzo da bambino è stato protagonista degli aventi raccontati quanto sopra, sfuggendo al brutale omicidio e intuendo come instaurare una sorta di rapporto “amichevole” con i visitatori venuti dal cielo.

Si ma in che Modo?

Tutto nasce grazie (questa la nostra personale interpretazione) all’emblematica scena della scarpa rivolta verso l’alto : alla fine delle proprie brutali azioni, Gordy, si ferma davanti alla figura del piccolo ragazzo che, attirato dallo strano posizionamento della scarpa, non rivolge il proprio sguardo verso gli occhi della scimmia che, di tutta risposta non riconosce come “mal intenzionato” lo spaventatissimo Jupe, offrendogli addirittura il pugno come segno di amicizia un istante prima di essere uccisa dalla sicurezza con un colpo di pistola. La figura della scarpa, infatti, non si limita alla sola presenza durante questo Flashback, ma viene conservata in una teca nel personale museo del ragazzo, come a rappresentare il simbolo della propria salvezza. Il posizionamento della scarpa, di suo, non ha un vero e proprio significato, ma agisce come motore di rappresentazione morale utile alla causa. Il regista, con questa meccanica, amplifica quel complesso ma evolutivo “senso di sfida” dell’animale e basa l’intera struttura “Lovecraftiana” sotto la stessa ottica e gioco delle parti : PREDA – PREDATORE.

-UN FILM GENIALE DIRETTO DA UN REGISTA VISIONARIO-

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