LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

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Il Sangue di Dracula : Il Cult Dimenticato di Michio Yamamoto [RECENSIONE FROM THE PAST]

Articolo a cura di |Alessandro Pesce

“All’età di cinque anni, la bambina giapponese Akiko è stata salvata da un vampiro. Ormai grande, fidanzata con il medico Saeki, vive con la sorella Natsuko sulle rive del lago Jejino ed è diventata una pittrice. I suoi quadri nascondono tracce inconfondibili di quanto le è accaduto nell’infanzia. Richiamato da uno dei quadri demoniaci di Anna, il vampiro la stringe d’assedio, desiderando farne la sua sposa, e morde e contagia numerose persone tra cui Natsuko. La tragica fine di una ragazza portata esangue all’ospedale e le strane avventure della fidanzata che inutilmente la demonizzata Natsuko tenta di fare passare per pazza, inducono Saeki a credere ai racconti di Akiko e a reagire. Poiché ben presto la lotta contro il potente vampiro, sostenuto dai suoi accoliti e reso forte da poteri sovrumani, si dimostra impossibile, il dottore si fa condurre da Akiko nel luogo dove da bambina ha vissuto la terribile esperienza. I due raggiungono così il luogo dove il vampiro nasconde la sua base e ingaggiano contro di lui una lotta mortale.”

Gli anni dove la Hammer Production la faceva assolutamente da padrona, han generato una serie quasi sconfinata di Opere a carattere Gotico anche in terra non necessariamente Inglese, passando da Turchia all’Idia ect ect. Michio Yamamoto, regista Giapponese classe 1933, espone una propria visione del celebre capolavoro di Bram Stoker, rimodellando in chiave moderna le meccaniche grammaticali e distaccandosi completamente da quel tipo di cinema orientale fedele ai canoni di appartenenza nativa: Noroi No Yakata Chi O Su Me, questo il titolo originale del lavoro firmato 1971, ha, infatti, la grande capacità di invertire le regole, spesso obbligate, per il mercato della terra del Sol Levante e farne un cammino fin troppo occidentale, privo di gestualità bizzarre e battute di spirito tipiche di quel determinato cinema al passo con la teatralità drammatica, lasciando spazio al vero sentimentalismo oscuro e all’Orrore d’annata, citando addirittura il Thriller quasi ParaFantascientifico. Il Sangue di Dracula si muove sotto una cadenza pacata in cui le spigolose luci artificiali risultano, paradossalmente, funzionali e accomodano la mente dello spettatore nostalgico dentro una coperta romantica dove non ci si può non sentire a casa. Le prove attoriali si sforzano, con anche un discreto risultato, di slacciarsi dalla propria tradizione e si concentrano sul semplice ed esecutivo movimento utile al rendere naturale tutti gli eventi che man mano seguono la trama. Che questa sia, in certe occasioni, assolutamente confusa è un altro paio di maniche : il film si sposta cercando di tenere il passo con le mode dell’epoca, fatto di enigmi mentali, mischiando il classicismo letterario in una soluzione tanto complicata quanto curiosamente eccellente. Non ci si trova davanti ad un capolavoro assoluto, specialmente per demerito di una fotografia non sempre impeccabile e un montaggio spesso confuso MA di certo, l’opera di Yamamoto, merita un’attenta visione anche per il solo velato tributo nella quale cerca di inserirsi : le inquadrature che riportano alla memoria il classico della Universal con Bela Lugosi, attraverso il fascio di luce fisso negli occhi del vampiro, passando per movimenti palesemente “rubati” alla Hammer per il suo vampiro più celebre e anche per le location suggestive. Tutte componenti che, se pur abusate risultano portatrici sane di Cinema Old School dove la foschìa buca completamente lo schermo, facendo emergere tutta l’umidità necessaria per un’atmosferica serata tra le lenzuola del Vampirismo; un genere spesso bistrattato ma pur sempre capace di regalare qualche brivido o più semplicemente una visione più o meno distaccata di una realtà storica affascinante e che non passa mai di moda. Shin Kishida è un’assoluta garanzia, mettendo in scena una figura disturbante la cui cattiveria trabocca attraverso i raggi della macchina da presa e rendendo il proprio demone succhia sangue un’autentico animale famelico. I MakeUp utilizzati sono minimali e si mescolano con un digitale alle prime uscite, rendendo assolutamente “folli” alcune scelte registiche sul vampiro protagonista.

Un Folle Esperimento riuscito per grandissima parte, ma che deve stare lontano dalla videoteca dei Puristi assoluti del Celebre vampiro di Stoker. Se invece siete alla ricerca di una perla rara per collezione Vampiresca, Il Sangue di Dracula (disponibile in DVD anche in lingua Italiana dalla Sinister) è un marchio che non può assolutamente fuggire dalle mani.

-OTTIMO- Secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-

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