Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Luna è una giovane imbalsamatrice con una strana passione per tutto ciò che riguarda la morte. Un giorno, durante una gita nel bosco, trova due corpi. La prima è una donna morta, l’altra è un uomo che respira ancora a malapena.”
L’arte della morte rappresentata su schermo è da sempre, probabilmente, la fonte primaria delle pellicole di un certo “tipo”, quel modello che appassiona milioni di spettatori; quel Mondo fatto di infantili paure da rievocare su e per ogni fascia di età; un sentimento che non prova vergogna nell’emergere dalle profondità di un anima, senza distinzioni. La caratterizzazione concreta di un modello impossibile da gestire, anche alla mente più preparata. La Morte è quel qualcosa che nasconde la propria natura senza possibilità di risposta. Nell’arco di tutta la narrazione di questo “Nati Morti“ Alex Visani estrapola l’idea del sentimentalismo e di come questa fonte primaria riesca a far subire il proprio fascino alla protagonista dell’opera. Un viaggio dentro la poesia di una mente disturbata che fa del proprio lavoro una sorta di Inno alla celebrazione alla vita. Una contrapposizione che ha del romantico, nascondendo al proprio interno una profonda tristezza di eterna solitudine. Il regista tributa il grande cinema di genere mescolando molteplici influenze, rendendole proprie e infondendo al racconto una trama sociale tutt’altro che scontata, portando a monitor un film ipnotico. Il ruolo di Luna, la protagonista di questo racconto, viene affidato alla bravissima Ingrid Monacelli; attrice mutaforma dal talento smisurato : ogni frame dedicato è un quadro all’interpretazione attoriale, sempre capace nel gestire gli spazi e sempre posizionata a dovere sulla propria recitazione. Ogni grida, dedicata al proprio vuoto, controlla un piacevole viaggio dentro il proprio oblio, raccontando un qualcosa sempre rimasto celato nel proprio profondo. Nati Morti non ha, infatti, quel gioco di dietrologie spesso e volentieri esposte sui finali dei film : tutto viene esposto con lo scopo di far riflettere lo spettatore; riuscire a farlo entrare in simbiosi con la narrazione stessa e infine farlo arrivare con le proprie “gambe” alla conclusione degli avvenimenti che si susseguono. Un film intelligente e che fa della “pura violenza” un pretesto per raccontare qualcosa. A poco importa, se non marginalmente, l’utilizzo della vagonata di sangue; il film racconta tutt’altro e lo fa in modo estremamente scorrevole, piacevole e incantevole. Lorenzo Lepori assume il controllo del lavoro in punta di piedi, in modo anch’esso elegante e senza offuscare “l’anima” del racconto: come la miglior spalla sa mettere in atto. La pellicola corre su di un binario perennemente contornato da un grigio persistente, forse volutamente cercato per dare una tridimensionalità alla psiche della protagonista, regalando una fotografia d’immagine curata nel più impercettibile dei centimetri. Anche il sapiente utilizzo degli spazi dei silenzi è mirato all’approfondire questo stato quasi catatonico al racconto e dando quell’alone di malsanità necessaria per rendere al massimo ogni sviluppo emozionale. Gli effetti visivi sono confinati nelle sole scene “Extreme” , forte segno che Nati Morti ha il solo scopo di raccontare quel “The Evil That Man Do” fin troppo umano per renderlo un qualcosa di forzato e dalla facile vendita.
Il Film è freddo come la carne (in senso positivo del termine) di un corpo giacente da tanto tempo e ha quel sapore di decomposizione dal tanfo nauseabondo, utile a ricreare un disturbo personale fin troppo latente per rimanere oppresso dentro il calore umano.
-L’amore della Morte accompagna La Morte dell’Amore-
HORROR STAB
L’opera sarà disponibile in formato “fisico” per DigitMovies
*Film Horror prodotto da EmpireVideo, Hector Villena Mero e Digitmovies Scritto e Diretto da Alex Visani con Lorenzo Lepori, Ingrid Monacelli, Ester Andriani, Claudio Paterno’, Corinna Coroneo, Edoardo Lazzari, Iwan Manzoni.*