Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Una Donna fa rientro nella sua vecchia abitazione dopo l’annuncio delle critiche condizioni fisiche del Padre. La sua permanenza, sotto quel tetto e all’interno di quelle mura, rievocherà ricordi inquietanti e porteranno ad uno step successivo la sua particolare ossessione per i denti”
Può un cortometraggio raccontare un’intero Mondo fatto di solitudini, silenzi forzati e traumi mai superati? Ovviamente la risposta potrebbe sembrare ovvia, MA non di certo scontata. La storia ci ha insegnato che sotto una buona scrittura il risultato finale non sempre è stato accompagnato da un esito altrettanto efficace. Elisa Manzini (non nuova alle pagine di Horror Italy) è riuscita a trasformare un’entità all’apparenza semplice e lineare con un risultato capace di trasformare completamente la sua stessa struttura, come un sistema nervoso, quasi autonomo nel prendere il comando del cervello e agire sotto impulsi esoterici. Il Cinema è una strana forma di Magia e questo corto ne è l’ennesima prova: L’opera si muove silenziosamente dentro un arido percorso fatto di molteplici sequenze dove la protagonista Lara (interpretata dalla bravissima Alessandra Viganò) sembra avere una strana e compulsiva ossessione verso i Denti delle persone; una particolare forma dell’essenza del prossimo, un motivo per i piaceri della vita e dell’equilibrio fisico motorio dove tutto assume una connotazione ben delineata e stabile. Questa particolarità si insinua nella mente del pubblico quasi come un gioco strategico dove, l’ingannevole giudizio, viene portato come estremo indice accusatorio. Si parte dall’improvvisa citazione dell’iconica scena di American Beauty dove Mena Suvari veniva invasa da petali di rose nel candido letto bianco; qui, la regista, ripropone la medesima scena (con medesima inquadratura) ma con un’inquietante pioggia di denti bianchi, puliti, forse innocenti che raccontano tantissimo pur celandone il vero motivo dietro questa simil violenza visiva. La trama del racconto non svela tanto e, in grandissima parte, organizza il terreno per dare lo schiaffo finale e rivelare quanto di più crudele si possa nascondere dentro l’oscurità dell’uomo. Il cinema è Magia e tutto lo studio del mago è l’esatta capacità di un regista di far credere una cosa al pubblico mentre la tecnica e la capacità di esecuzione del trucco portano a termine “l’atto” conclusivo. Denti non parla dell’ossessione, parla delle donne, parla dell’abuso e della violenza (ovviamente fisica) mentale, della manipolazione, della grande capacità di annullare il gesto più semplice del mondo : mostrare proprio quei denti dietro un normalissimo sorriso. Denti è un Horror che Horror non è; attraversa dentro la pelle con una crudeltà scomoda e racconta la vita di tantissime donne, costrette a nascondere quel semplicissimo gesto per pura incapacità di rivelarsi o, ancor più tragico, per indotta paura. Impossibile non rimanere soddisfatti per i gesti che Lara compie nelle sequenze finali, regalando quel Soft Gore tanto caro ai film di Genere; pur lasciando un sentimento contrastante per marcata dietrologia. Denti si mostra al pubblico come un bel sorriso, un sorriso che, però, nasconde tantissime fragilità e stati di crescita non sempre accomodanti. La casa, come spesso si dice “essere l’ambiente più sicuro del mondo”, risulta teatro delle peggiori atrocità : femminicidio, (appunto) abusi sessuali, abusi emotivi, violente e costrizioni di segregazione per misteriosi atti di gelosia, dell’ottusa mentalità maschilista e di una società spesso colpevole di non saper ascoltare quelle timide voci o, di capire, infatti, quei finti sorrisi di chi vorrebbe dichiarare e, urlare al mondo intero, una giustizia legittima, sia come donna, ma specialmente come essere umano.
Denti parla di Donne, parla di tutte le donne, di chi ce l’ha fatta (qui ovviamente sottoposta ai raggi del “film” di genere), di chi ha saputo ribellarsi e di chi, invece, purtroppo ancora subisce questi atti, senza diritto di replica e senza un vero e proprio aiuto da parte di nessuno; parla della forza di volontà e della grande capacità di saper portare un peso grande, quanto la vergogna emotiva, sotto una maschera grande quanto l’abisso, mostrando solo i denti su di un sorriso smagliante.
Ambra Novembre 20, 2024
Che significa “l’inquiete equazione”?
Alex Novembre 23, 2024 — Autore articolo
“inquietante” . (errore di battitura)