Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“In una Svizzera distopica sotto il comando di un fascista magnate del formaggio, Heidi vive una vita tranquilla sui monti, protetta dal nonno. Dopo essere stata rapita dalle brutali truppe d’assalto del governo, il suo desiderio di libertà innesca una rivoluzione.”
Dimenticate ogni nostalgico ricordo dell’opera originale, Mad Heidi riassume l’esempio, concreto, di follia allo stato video. I personaggi iconici sono solo un contorno; quel che echeggia dentro questo prodotto è un roboante incontro tra la genialità del non volersi prendere troppo sul serio alla visionaria gestione stile “Grindhouse” capace di mutare forma ad ogni situazione. Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein portano in scena una vendetta cruda e violenta dove l’eccesso è la base narrativa e, fattore da non sottovalutare, riesce ad intrattenere grazie all’inserimento di un sarcasmo nero che riempie lo schermo di una magia tutta propria. La bellissima Alice Lucy interpreta una perfetta copia “Heavy Metal” di Heidi all’interno di un NaziSvizzero contesto capace di fare a botte con le proprie radici, modificando e prendendosi gioco dei propri stereotipi con una leggerezza esemplare che ammorbidisce quel chiaro/scuro emblema di Horror atipico su cui il gioco forza preme con grande energia. La costanza di scene al limite del surreale è fedelmente espressa sotto un regime (neanche a dirlo) preciso e chirurgico, tornando come un Boomerang dietro quella territorialità fortemente voluta anche, e forse specialmente, attraverso un uso pressante ma mai eccessivo, di scene splatter : Budella, sangue, cervelli, esplosioni delle più variopinte parti del corpo vengono esposte senza mezzi termini, anzi, più il minutaggio avanza più la violenza diventa parte stessa del racconto. Heidi si troverà costretta a dover fronteggiare, quasi in solitaria, l’abuso dittatoriale con la sola forza di volontà e, grazie al misterioso aiuto di personaggi alquanto curiosi, anche ad un Extreme PowerUp (per constesualizzazione video) più di stampo “anime” che cinematografico, aumentando ancor di più il fattore di vendetta che fa da collante ad una storia tanto semplice quanto efficace sul giudizio finale. La cura del dettaglio è notevolmente espressa su gestioni musicali perfettamente collocate ai frame, dando un ritmo diverso per ogni “musicalità” utilizzata : si passa dai tipici suoni cartooneschi per enfatizzare un occhiolino, al suono del pugni sul volto, alla carne dilaniata fino al vero motore delle OST quasi da film Western che delineano un velato tributo al cinema di Leone e del suo più grande compositore Ennio Morricone. Non è ovviamente un caso, infatti, la scelta di voler applicare determinate inquadrature su campi stretti per far emergere determinate emozioni, primi piani e tagli di luce utili per sottolineare una determinata azione/conseguenza fondamentali per distinguere, in maniera assolutamente netta, la volontarietà di inserimento di un green screen estremamente palese. Tutte scelte volute e costruite per un determinato scopo : L’intrattenimento. Mad Heidi è puro intrattenimento; pesante per certi versi se visionato da un pubblico non del tutto svezzato sul genere gore/splatter, ma pur sempre fedele a quel che promette.
Il Pubblico Italiano, dopo circa 4 anni di attesa, ha avuto la fortuna di poterlo assaporare grazie ad alcuni festival di genere; una lunga attesa prolungata da una serrata campagna Crowdfunding che ora cessa la sua corsa grazie alla totale disponibilità di uno Streming Legale sul sito ufficiale.
Un Film Folle che corre sull’esplosivo filo della pura cattiveria, non disdegnando qualche risata tanto è il No Sense di alcune scene.


