Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Madison è paralizzata da visioni scioccanti di orribili omicidi e il suo tormento peggiora quando scopre che questi sogni ad occhi aperti sono delle terrificanti realtà.”
Si è fatto un gran parlare del “ritorno” di James Wan in quello che, a tutti gli effetti, risulta essere il suo ambiente naturale : L’Horror Psicologico. Denominazione che potrebbe, per certi versi, dividere il pubblico. A poco serve riconoscere l’evoluzione del cinema di genere e ancor meno evidenziare l’esigenza dello spettatore “medio” (o mediocre a seconda dei casi di giudizio oggettivo) verso l’intrattenimento puro e crudo. Non si spiegherebbe il perchè di un così alto numero di consensi verso pellicole quali “The Conjuring” e/o sequel della saga “Saw”; Ma tant’è…si batte il ferro finchè è caldo. A dettare, per l’ennesima volta, il ritmo di questo filone, troviamo (neanche a dirlo) ancora James Wan.
Procediamo però con ordine e andiamo alle origini di questo film. I Rumors han, per mesi, parlato di un cambio di rotta e di un ritorno allo Slasher da parte del regista Malese, creando un’ aspettativa davvero grande. Anche i primi screen e la copertina annunciavano un ritorno al passato che, per forza di cose, han incuriosito anche i più scettici. Il Primo trailer però ha iniziato a girare in rete e le, ovvie, preoccupazioni del pubblico più navigato han cominciato a destare i primi sospetti di un qualcosa di già visto e rivisto. Risultato? ci troviamo davanti ad un qualcosa che cerca di partire con la quinta marcia inserita, fallendo miseramente. Il grande Budget, a disposizione del regista, risulta un vero e proprio insulto a chi, le idee, le ha realmente ma che non gode di fama internazionale (argomento che riprenderemo alla fine). Tutto si muove sotto una luce ampiamente forzata, stonando in ogni frame e risultando davvero pacchiana nonostante il contesto contemporaneo. La struttura della pellicola è, ancora una volta, paralizzata sul : Origini “del male”, catastrofe per identificare la forza del demone di turno, spostamento narrativo su di un ambiente Contemporaneo, tema sociale lievemente sfiorato (abuso/femminicidio nel caso specifico), prime avvisaglie della “presenza” in modalità stalker, jump Scare, ancora Jump Scare, rivelazioni direttamente da un passato dimenticato, manifestazione della sinistra figura, bla bla bla, risoluzioni improvvise, finale, titoli di coda. Ecco riassunto il film.
Potrem chiudere qua l’analisi del film, ma il Nostro obbiettivo è sempre quello di trovare gli aspetti positivi delle pellicole Horror e sviscerare ogni sostanza che lo compone. In questo caso, alcuni aspetti funzionano davvero bene, trovando funzionale l’improvviso cambio di rotta dettato dal Regista. Quando l’attenzione è mentalmente focalizzata su di un qualcosa di sovrannaturale, Wan riesce, con grande maestria (questo lo si deve totalmente riconoscere) a studiare il modo di spiazzare tutti, inserendo una sorta di Slasher old school (se pur fantasioso nella sua caratterizzazione) intersecato a tema sociale tutt’altro che scontato. Questo fattore potrebbe assumere una rilevanza imponente e potrebbe anche, in un certo qual senso, anche a far cambiare opinione su tutto il girato visto fino alle seconda metà di girato. Il problema di fondo, però, risulta essere la pressante voce di una produzione troppo esecutiva e con troppa voce in capitolo. Su alcuni frangenti; quando la narrazione entra totalmente nel vivo, sembra di assistere al continuo della saga delle sorelle Wachowski, con combattimenti al limite dell’indecenza visiva. La scelta di alcuni colori, addirittura, è totalmente messa a caso e, su alcune parti, sembra un tributo, del tutto randomizzato, al caro Suspiria di Dario Argento (uno dei film preferiti dello stesso Wan) con un utilizzo del Rosso senza alcun filo logico e senza senso : “buttato li giusto per…”.
In Sostanza, Malignant è un film che inganna lo spettatore, coinvolgendo il pensiero verso una direzione che, alla fine dei giochi, risulta essere sempre la stessa minestra riscaldata da decenni, non dando assolutamente NIENTE al cinema e non lasciando nulla a chi lo visiona. Se questa altissima forma di attenzione venisse fornita ad una fascia di registi “meno nota”, probabilmente, avrem molti più lavori di grande qualità. Non vogliamo fare Nomi, nello specifico; ma negli ultimi anni, in Italia stesso, abbiam avuto la conferma che si possono produrre opere di grande livello non dovendo passare, necessariamente, per i soliti giochi grafico/narrativi; focalizzando interamente l’horror nella sua grammatica primordiale, fatta di ansie, tensioni e misteri che vengono esposti in modo creativo e funzionale (The Nest stiamo parlando di te, si), non allacciandosi all’ormai sdoganato pensiero di : “Ciò che crea alti guadagni al botteghino funziona”. Non è così e non dovrà mai essere così nel pensiero collettivo. Fin quando usciranno questi lavori e, fino a quando questa tendenza avrà vita; continueremo ad avere l’ennesimo caso dei coniugi Warren e via discorrendo, affossando l’etichetta del genere verso un baratro senza via di risalita. I singoli lavori (di livello) che, per fortuna, escono ogni TOT anni non bastano a salvare l’intera baracca.
Malignant, in sostanza, risulta avere alcuni (sparsi) punti di forza ma che non riescono, in nessun modo, a convincere chi è alla ricerca di un buon Horror. Manca di atmosfera, di sentimento e di dinamicità necessaria alla causa. In fondo al mucchio di ossa, forse, qualcosa di salvabile si potrebbe pure trovare, ma sarebbe come cercare di resuscitare un cadavere in profondo stato di decomposizione. James Wan ci ha messo del proprio e, quasi sicuramente, la sua idea di portare il lavoro ad una trama sociale; come quella del bipolarismo (su cui la pellicola fa ampiamente riferimento..mascherando il tutto in modo davvero esemplare) è stata messa, dalle alte cariche di potere decisionale, ad un rilievo meno strutturale. Grandissimo errore in quanto sarebbe potuto essere un punto di grandissima forza e di notevole sostanza narrativa.
Discorso differente, invece, per quel tipo di pubblico abituato a guardare i film con il cellulare in mano. Malignant potrebbe catturare l’ attenzione e addirittura spaventare su alcune scene, abbandonando l’attenzione, per qualche minuto, dai vari social.
-Fast & Furious Horror Drift-
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